Diario di una stagista: Dalla parte delle donne
Dal Diario di una stagista: Dalla parte delle donne
Si affronta un tema delicato perchè credo che non se ne parli mai abbastanza.
Il diario di una stagista oramai è arrivato all’ ottavo appuntamento e manca meno di una settimana all’8 marzo, giornata internazionale della donna, quindi mi sembra giusto riflettere su un argomento che mi sta a cuore.
Fin da quando siamo piccoli, siamo soggetti a distinguere il mondo maschile dal mondo femminile. Il motivo alla base che la società tramanda delle opinioni sbagliate, che ormai sono entrate nella storia.
Le differenze di genere si percepiscono già all’asilo: le bambine sono più educate, giocano con le bambole e barbie mentre i bambini giocano con il pallone.
Ci sono delle regole che vengono imposte anche ai bambini. Mi raccomando i maschietti non devono farsi vedere piangere, altrimenti vengono considerate “femminucce”.
La donna, purtroppo, non è ancora riuscita ad ottenere gli stessi diritti: viene ancora sottopagata, se rimane incita è costretta a perdere il posto di lavoro, e ancora in molte professioni non viene riconosciuta appieno.
Si tratta di comportamenti che si tramandano di generazione in generazione però io mi chiedo come sono nate queste idee possono essere anche sostituite. Invece, sembra proprio difficile cambiare le abitudini.
La storia ci insegna che in tutte le civiltà, la donna doveva rimanere in casa ad accudire i figli e non poteva partecipare alla vita sociale e politica. Qui sto facendo riferimento alle civiltà primitive, società greche e romane.
Non voglio, di certo, far coincidere quei periodi al 2021, perché si sono fatti passi in avanti anche grazie al movimento delle suffragette che negli anni 70 ha messo al centro la voce delle donne.
La fragilità
Perché la fragilità deve essere sempre attribuita alle bambine?
Per cambiare la mentalità delle persone, è necessario che noi ragazze facciamo qualcosa.
Per fare una giusta rivoluzione bisognerebbe partire dall’educazione. Alle superiori ho letto un libro “Dalla parte delle bambine” che ve lo consiglio, perché mostra come i tempi sociali cambiano ma le strutture psicologiche mutano con molta lentezza.
Linguaggio discriminante
Anche il linguaggio mostra delle discriminazioni di genere che non vengono considerate e date per scontate, quando parliamo.
Vi faccio questo discorso, a fronte del mongolo recitato da Paola Cortellesi per porre fine alla violenza sulle donne.
Di questo toccante discorso mi hanno colpito proprio le differenze di significato tra maschile e femminile:
Un cortigiano: un uomo che vive a corte; Una cortigiana: una mignotta.
Un massaggiatore: un cinesiterapista. Una massaggiatrice: una mignotta.
Un uomo di strada: un uomo del popolo. Una donna di strada: una mignotta.
I modi di dire non cambiano ma le parole continuano a far del male.
Professioni
Le discriminazioni non si riscontrano solo nella lingua italiana ma soprattutto si possono notare nel settore professionale.
La presenza femminile è inferiore nei settori informatici, medici, d’ingegneria ma anche in quello musicale.
La donna fa ancora fatica a farsi strada sia nel mondo della musica e del cinema: ci sono più cantautori e registi uomini rispetto alle donne.
L’apparenza
La donna è costretta a presentarsi sempre perfetta: si sente costretta a vestirsi all’ultimo grido, a trucciarsi e a sistemarsi in maniera impeccabile.
Con la nascita dei social media, ogni giorno leggiamo sotto i post insulti alle ragazze, perché vengono giudicate per qualsiasi minima imperfezione, che poi non mi piace utilizzare questo termine.
Credo che ognuno sia perfetto a modo suo.
A me fa male leggere questi commenti scurrili nei confronti delle donne, perché come vi ho ribadito più volte nel mio diario, bisogna cercare di essere sempre sé stessi, senza farsi problemi.
La donna è sempre bella anche senza un filo di trucco e per questo ho apprezzato il coraggio di ragazze famose che si sono scattate delle foto, mostrandosi in maniera naturale.
Con questo non voglio comunicarvi un messaggio sbagliato: il trucco ci fa sentire belle ma ricordiamoci che quando ci svegliamo alla mattina e impieghiamo quei 10 minuti davanti allo specchio, con alla portata il nostro beauty case, lo stiamo facendo per noi stesse.
Magari prima che ci impegniamo a rendere il nostro viso più luminoso, ripetiamoci davanti allo specchio: Sei bella così.
È un discorso difficile da esprimere per iscritto perché per rendere l’argomento più incisivo, bisognerebbe comunicarlo a voce.
Lo ammetto, cara ragazze, anch’io quando alcune mattine mi trovo davanti a quel “dannato specchio” faccio fatica a recitare quella frase.
Credo che sia normale, perché ormai ci hanno inculcato nel cervello il fatto che dobbiamo essere sempre all’altezza, altrimenti non veniamo accettate, così come siamo.
Consiglio
Care ragazze, non ho ancora finito con i miei consigli: raggiungete l’indipedenza economica e lottate per inseguire i vostri sogni, anche se sono limitati solo ad un mondo maschile.
8 marzo
Mancano pochi giorni alla giornata internazionale della festa delle donne e io non potevo concludere il diario senza comunicarvi il mio consiglio musicale: l’8 marzo cantata da Tecla, portata a Sanremo Giovani 2020.
Mi ricordo la prima volta che l’ho ascoltata sono rimasta colpita dal testo di parole molto toccanti e profonde.
Visto che sono in difficoltà a selezionare il verso che preferisco, ho deciso che vi lascerò il video con il testo.
Una pagina di diario non mi basta per affrontare questo argomento così delicato. Mi piacerebbe dire molto di più, e se vi farà piacere dedicherò un’altra pagina alle donne.
Buona Festa a tutte le donne! Non dimenticate di splendere.
Io vi aspetto ogni martedì e giovedì in diretta su SilverMusic radio insieme a Marco e a Marina, ad MRP ON AIR, dalle 10:00 alle 12:00.