L’architettura del futuro è green

L’architettura del futuro è green

Il Bosco Verticale di Milano a molti poteva sembrare fantascienza, invece è diventato una realtà ammirata e sempre più copiata nel mondo.

Questo così come tutti i nuovi progetti di riforestazione metropolitana mirano a salvare le città dal grigiore e dall’inquinamento, andando verso un modo di concepire l’architettura e il design sempre più green ed ecosostenibili.

Le piante e il verde in generale non vengono semplicemente introdotti dai progettisti solo per motivi estetici, ma ne vengono persino copiati i processi di scambio ed autoregolazione per applicarli poi agli edifici di ultima generazione.

Questa è l’idea di base su cui si sta sviluppando la cosiddetta “architettura biofilica”, secondo cui le case di domani imiteranno sempre più la natura.

Un esempio sono i Supertrees di Singapore: 18 spettacolari “alberi” fotovoltaici che ricordano in tutto e per tutto un bosco e offrono sostegno a 180.000 piante di oltre 200 specie differenti.

Inoltre, questi Supertrees imitano la fotosintesi clorofilliana della piante, raccogliendo acqua per l’irrigazione e producendo energia da convogliare a due enormi serre bioclimatiche sottostanti.

Proprio il legno, il più antico materiale da costruzione utilizzato dall’uomo, si dimostra essere una tra le scelte più ecosostenibili in fatto di architettura e risparmio energetico.

Grazie al forte potere isolante, il legno assicura una minore dispersione di calore rispetto ad una struttura realizzata con altri materiali.

In molti scommettono persino sulla possibilità di creare edifici che producano energia, o meglio, ne producano in quantità maggiore rispetto al proprio fabbisogno.

Il surplus energetico potrebbe essere riutilizzato ad esempio per ricaricare le auto elettriche parcheggiate in garage.

Questi edifici, detti “Nearly Zero Energy Building”, sono però ancora di difficile realizzazione in Italia.

Qui, infatti, abbondano gli edifici storici o gli immobili costruiti prima degli anni ’90, quando ancora non esistevano stringenti regolamentazioni energetiche.

Per questo motivo, oltre alla costruzione ex novo di edifici green, si pensa anche a diverse misure per implementare l’ecosostenibilità delle strutture già esistenti.

Ad esempio, proprio nei paesi mediterranei come l’Italia dove il clima è mite, verranno introdotte delle facciate cinetiche.

Queste architetture si adattano alla direzione del sole al variare delle ore del giorno e della stagionalità, come dei moderni girasoli 2.0.

Così si ridurrebbero di molto le spese per il riscaldamento degli ambienti e la dispersione di calore.

Se fino a vent’anni fa il cambiamento climatico e l’esaurimento delle risorse del pianeta potevano sembrare uno spauracchio creato dagli ecologisti, oggi ci troviamo a fronteggiare le prime ripercussioni di questo fenomeno.

Un ritorno alla natura e all’ecosostenibilità anche in architettura non è più quindi pura fantascienza, ma una scelta quasi obbligata.

Marco Racchella

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